Articolo aggiornato il: 26/12/24
Con sentenza depositata il 24 dicembre 2024, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dei ricorrenti Psicologi avverso la revisione del Codice Deontologico per mezzo del referendum che si è svolto in settembre 2023.
Qui l’intera vicenda riassunta e spiegata.
Il Consiglio di Stato ha recentemente annullato il referendum con cui gli psicologi italiani avevano approvato il nuovo codice deontologico. La decisione è arrivata in seguito al ricorso di alcuni psicologi che hanno contestato le modalità di svolgimento della consultazione.
Le ragioni dell’annullamento
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso degli psicologi, individuando diverse irregolarità nel procedimento referendario. In particolare, i giudici hanno rilevato che:
- La premessa etica del codice non è stata sottoposta a referendum. Questa parte del codice, che definisce i principi etici fondamentali della professione, è stata esclusa dalla consultazione. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che questa omissione fosse illegittima, in quanto la premessa etica rappresenta una parte fondamentale del codice deontologico.
- Il quesito referendario non includeva la premessa e i principi etici. Anche questo è stato considerato un vizio procedurale invalidante, poiché la premessa e i principi etici sono parte integrante del codice deontologico e la loro esclusione dal quesito referendario ha impedito agli psicologi di esprimere la propria opinione su di essi.
Conseguenze dell’annullamento
L’annullamento del referendum ha determinato l’invalidazione dell’intero procedimento di approvazione del nuovo codice deontologico.
In sintesi, il referendum è stato annullato e quindi anche la revisione del Codice. Si torna alla “vecchia” versione del Codice Deontologico.
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