Molti Consultori familiari del SSN hanno attivato lo “Spazio Giovani“. Cos’è lo Spazio Giovani (dal sito Istituto Superiore Sanità):

I consultori italiani sono da sempre attenti alle esigenze dei giovani. Molti hanno anche aperto lo “spazio giovani”, cioè un servizio di consulenza, visite e sostegno psicologico dedicato ai giovani dai 14 ai 20/24 anni. Ci si può andare, nelle ore e giorni indicati, senza appuntamento e senza pagare il ticket (in genere solo fino ai 19 anni). E’ garantita la privacy anche nei confronti dei genitori.

Mentre qui la spiegazione che fornisce il Dipartimento per le Politiche Giovanili.

Secondo l’ISS, quindi, allo “spazio giovani” potrebbero accedere liberamente le persone minorenni, senza consenso informato dei genitori, anche per un “sostegno psicologico” legato alle tematiche della sessualità.

Tuttavia, il sito dell’ISS non supporta giuridicamente questa informazione. Infatti, la legge 405/75 non prevede l’accesso libero delle persone minorenni e senza consenso informato degli esercenti la responsabilità genitoriale.

Solo nei casi di IVG, stabiliti dalla legge n. 194/78, la persona minorenne può accedere liberamente e senza consenso informato dei genitori al Consultorio familiare per informazioni sull’interruzione volontaria di gravidanza ed eventualmente per avviare l’iter.

Infatti, basterebbe fare una ricerca sui siti delle varie Aziende Sanitarie italiane per rendersi conto delle informazioni contraddittorie sul tema “spazio giovani”.

Un’Azienda Sanitaria richiama le indicazioni dell’ISS, confermando che il minorenne può accedere senza consenso informato al Consultorio per assistenza psicologica in tema di sessualità e contraccezione.
Un’altra Azienda Sanitaria sostiene che solo per un primo colloquio psicologico informativo è possibile accedere al Consultorio, poi serve il consenso informato dei genitori.
Altre Aziende Sanitarie sostengono che per accedere allo “Spazio Giovani” è necessario il consenso informato dei genitori.

La realtà giuridica e deontologica è chiara: serve il consenso informato degli esercenti la responsabilità genitoriale affinché un minorenne possa essere sottoposto ad un trattamento sanitario (sostegno psicologico, assistenza psicologica ecc.), salvo nei casi previsti dalla legge, come nel caso dell’IVG.

Effettuare un colloquio o più colloqui psicologici informativi senza il consenso informato dei genitori è molto rischioso perché prima di tutto sono colloqui psicologici, altrimenti non si comprenderebbe la ratio secondo cui questa attività dovrebbe svolgerla lo Psicologo del Consultorio familiare. E per il colloquio psicologico serve il consenso informato.

Serve una legge specifica che preveda l’accesso libero e senza consenso informato delle persone minorenni al Consultorio familiare, non è sufficiente, da un punto di vista giuridico e deontologico, una mera indicazione sul sito dell’Istituto Superiore Sanità o in un progetto dell’Azienda Sanitaria.

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